Vicky & Susy (Racconto erotico - Capitolo 2)


Il mattino successivo colse entrambe con le mani fra le gambe l'una dell'altra.
Si erano addormentate così, carezzandosi a vicenda, e la prima cosa che fecero fu proprio tornare a coccolarsi per essere certe di riuscire a provare ancora le stesse sensazioni del giorno prima.
Il sole era già alto e non potevano certo restare chiuse in camera tutto il giorno senza destare sospetti. Così si rivestirono, scesero in cucina a fare colazione e sgattaiolarono fuori alla ricerca di un luogo appartato dove potersi divertire ancora fino all'ora di pranzo.
Era come avere fra le mani un tesoro nascosto di cui solo loro sapevano l'esistenza e di cui non vedevano l'ora di scoprirne le infinite potenzialità. La cosa che più le sorprese, però, era che era il loro stesso corpo a custodire questo strabiliante segreto e a dar loro tutto quel piacere. Cosa poteva esserci di sbagliato nel darsi piacere a vicenda, visto che il loro stesso corpo era fatto in modo tale da procurarlo? Quella piccola montagnola era lì fra le loro gambe esattamente come l'ombelico era sul ventre o come il naso sul viso. Se non era proibito toccarsi il naso, perché doveva esserlo per quel piccolo bottoncino?
Presero una coperta e si rintanarono nel fienile, il luogo dove si rifugiavano da piccole per sfuggire ai rimproveri della nonna. Salirono la scala a pioli che portava sul soppalco e stesero la coperta sopra la paglia illuminata dal sole che entrava dalla finestra. Da lì potevano tenere sott'occhio tutto senza essere viste.
Più attendevano, però, e più il formicolio in fondo al ventre cresceva. Si spogliarono interamente e spalancarono le cosce l'una di fronte all'altra, finalmente libere di darsi piacere.
Vicky non attese un secondo di più, scivolò con le dita fra le sue gambe e iniziò a carezzarsi il clitoride. Susy era fremente di desiderio, ma era anche incantata da quella visione. Restò con gli occhi incollati sul fiore della cugina ammirando quegli anfratti luccicanti di miele aprirsi al passaggio delle sue mani. Il rosa pallido della pelle delle cosce si accendeva in sfumature sempre più intense avvicinandosi alla fessura, fino a diventare quasi vermiglio al suo interno.
I crampi al ventre aumentarono. Il suo fiore reclamava attenzione, e lei lo accontentò.
Non appena le sue dita toccarono quegli anfratti si sentì nuovamente trasportata in un'altra dimensione, era come se tutto il resto sparisse, non contasse più nulla. In quei momenti esistevano solo lei e Vicky. Spalancò completamente le cosce e lasciò che fosse quell'infinito piacere a guidare le sue dita. Esplorò le sue cavità, giocò con le sue labbra, scivolò giù lungo la fessura, il perineo, poi tornò su, perché le sensazioni che quel bottoncino le regalava non avevano rivali.
I suoi occhi, però, erano tutti per Vicky. La guardò contorcersi sopraffatta e muovere convulsamente le sue dita sul suo sesso, varcare un po' la stretta soglia, uscire per tornare al clitoride, e rituffarsi ancora in quel pertugio.
Vicky era affascinata da quei misteriosi anfratti che si ritrovava fra le gambe. Era tentata di invaderli completamente, voleva scoprire cosa si provava penetrandoli, e così spingeva le sue dita sempre più in profondità sentendo il calore e la morbidezza dei suoi canali aprirsi per fare spazio alle sue dita e per poi richiudersi nuovamente. Scoprì che se il solo entrare e uscire da quella fessura non era poi granché, combinata con tutto il resto era qualcosa di talmente esplosivo che la portò a scalare la vetta del piacere in un lampo.
Raggiunse poi la cugina e le si mise fra le gambe per osservare da vicino il suo fiore carezzato dalle sue delicate dita, e ad esse aggiunse le sue.
La eccitava guardare la cugina toccarsi, e le piaceva farsi guardare da lei. Susy a quel punto levò la sua mano e lasciò che fosse la cugina a giocare con lei.
Vicky carezzò la pelle umida di Susy con entrambe le mani, massaggiando contemporaneamente ogni angolo del suo sesso, mentre lei, ansimante e sopraffatta, si lasciò andare sempre di più.
Vicky le afferrava il pube aprendo e chiudendo le sue mani, unendo le sue dita per poi spingerle in direzioni opposte: i pollici verso il basso si insinuavano fra gli anfratti custoditi fra le ali di Susy, mentre le altre dita correvano su verso il monte di Venere. Susy godeva per quelle carezze e ansimava stordita da quel piacere che avrebbe voluto che durasse in eterno.
Vicky le punzecchiava la pelle, la manipolava, la vezzeggiava, giocava col fiore di Susy come se fosse stata plastilina da modellare, scivolando fra la morbidezza del giovane vello della cugina e l'unguento che usciva da quelle pieghe vellutate.
Il profumo di Susy, la sua delicatezza, il rosso lucido e succoso che ricordavano la golosità di un frutto maturo, pronto per essere addentato, furono per Vicky un richiamo irresistibile. Era curiosa, Vicky, aveva fretta di scoprire ogni segreto di quel gioco proibito, voleva sapere fin dove poteva arrivare il piacere che quel pezzo di corpo regalava, così, avvicinò la sua bocca al sesso di Susy e v'insinuò la lingua.
Susy quasi gridò di piacere. Quel contatto morbido, umido e caldo la fece trasalire di godimento, mentre Vicky, fiera di quel successo, saggiò avidamente la pelle della cugina, succhiò le labbra, il bottoncino, non tralasciò nulla, nemmeno la fessura.
Susy ancheggiava spingendo il suo sesso contro la bocca della cugina in preda a spasmi di piacere che divennero sempre più irruenti e selvaggi finché si sentì finalmente esplodere.

Vicky poggiò il mento sul pube di Susy e la guardò sorridendo.

"Se questo è il sesso, mi piace da morire!" Esclamò Susy.

"Anche a me - Concordò Vicky - ed è solo l'inizio!"

Entrambe scoppiarono a ridere vittoriose. Insieme avevano scoperto i piaceri del sesso, e non avevano nessuna intenzione di fermarsi.


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  1. 1° Capitolo


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